Oggi fortunatamente ho potuto leggere molto, e il ritmo del libro è aumentato, trascinandomi con sé.
Il romanzo è sempre "Il destino del leone" di Smith.
Come spesso mi accade, dopo diverse pagine lette, nel momento in cui mi accingevo a chiudere il libro lasciando il segno, mi sono reso conto di aver trattenuto il fiato.
Sono entrato in quella che mi piace chiamare "apnea letteraria".
Una sorta di stato di trance in cui i bisogni fisiologici si annullano, e si vive per la lettura.
Certo, sarebbe meglio avere un buon controllo del respiro ed essere capaci a mantenere la calma.
Allo stesso tempo però, questo genere di tensione aiuta a misurare l'intensità con la quale stiamo vivendo quel particolare momento.
È incredibile come un racconto così distante da noi sia a livello temporale che a livello di spazio, possa farci mettere in pausa la nostra realtà, fino al punto di interrompere il respiro.
Sono un semplice universitario di 22 anni, al quale gli studi scientifici non hanno saputo togliere la passione per la letteratura e credo di aver trovato il posto giusto per condividerla. L’idea è quella di parlare delle mie “7 pagine”, la mia dose minima di lettura giornaliera, descrivendo le sensazioni evocate da ciò che leggo e da ciò che mi circonda, proponendo riflessioni e punti di partenza per confronti non per forza legati alla letteratura.
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