Siamo già al quinto
giorno in compagnia di Tolkien ed i suoi simpatici Hobbit: per chi non avesse
visto il post precedente, sto leggendo “Il Signore Degli Anelli”. Vi avevo
promesso di parlare del dilemma che ho affrontato nel momento in cui ho scelto
di rileggere un libro già letto in passato, quindi eccomi qua.
Fino a poco tempo fa,
infatti, era per me impensabile riprendere in mano un romanzo di cui conoscevo
già la trama. Avevo paura di annoiarmi a morte, ma il problema reale era la
consapevolezza che sarei andato fino in fondo a quella noia, non esiste al
mondo che io lasci una lettura a metà!
Ho superato questo blocco
grazie ad un ragionamento che nulla aveva a che fare con i libri: un giorno,
durante il tramonto della mia adolescenza, mi sono reso conto di come le mie
idee fossero cambiate con gli anni, ero arrivato addirittura a ribaltare
completamente il mio giudizio riguardo alcuni argomenti. Nonostante la mia
inesperienza nella vita come nella lettura, ero ben cosciente di come i romanzi
non fossero soltanto meravigliose storie per passare il tempo, spesso mi ero
lasciato andare a considerazioni sulla morale e gli ideali dello scrittore,
cercando indizi nei suoi libri. Unendo semplicemente queste due considerazioni,
è stato immediato concludere che un libro, letto a qualche anno di distanza
dalla prima volta, potesse assumere un significato totalmente differente.
Ho iniziato, per
sicurezza, con un libro che adoravo: “Eragon” di Paolini, correndo il rischio
di rovinarmi un ricordo. Fortunatamente la mia teoria ha trovato conferma e
sono riuscito a penetrare molto più a fondo nel romanzo di quanto non avessi
fatto la prima volta.
Nonostante questo passo
avanti, raramente mi trovo a rileggere libri, per un semplice fatto: i libri
che non ho ancora letto sono molti di più di quelli che ho già letto.
Questa volta, però, è
stata una decisione particolarmente difficile, soprattutto a causa del mio
rapporto complicato con il libro in questione. Io, grande appassionato di
fantasy, per anni mi sono sentito ripetere sempre la solita frase da altri
lettori: “Ma come? ami il fantasy e non hai mai letto Il Signore Degli Anelli”?
quello è il Re dei fantasy!”. Alla fine l’ho letto, un po’ per curiosità, un
po’ per farli smettere. Ho deciso di fare le cose in grande, sono partito dal
Silmarillion e, prima di arrivare alla trilogia del Signore Degli Anelli, sono
passato attraverso diversi romanzi, tra cui “Lo Hobbit”, così da immergermi al
meglio nel mondo di Tolkien.
Questo lungo lavoro di
avvicinamento, però, non ha pagato, anzi, se possibile mi ha rovinato il gusto
della lettura finale. Pagine e pagine di “introduzione” in cui ho letto di dei,
elfi, draghi ed eroi leggendari, per poi trovarmi come eroi dei romanzi più
famosi degli Hobbit?? Piccole creature festose, il cui maggior talento è quello
di godersi una buona cena?? il mio cuore non riusciva a tollerarlo, io volevo
la grandiosità, l’opulenza, luccicanti armature d’argento, spade affilate,
belve leggendarie!!!
Sia chiaro, sono andato
fino in fondo! Il mio lato razionale ha dovuto riconoscere l’eccezionalità del
lavoro di Tolkien: costruire un universo da zero, creare un mondo tutto suo nel
quale poi collocare le sue storie, inserirvi popoli, lingue, un’interminabile
lista di personaggi unici ed interessanti, l’atmosfera leggendaria. E poi,
parliamoci chiaro, l’epicità è ben presente anche nel Signore Degli Anelli,
inutile negarlo. Eppure la mia parte più passionale non è mai riuscita ad
accettare che la parte da protagonista sia stata assegnata ad uno Hobbit, potrei
tranquillamente affermare di essere GELOSO.
Malgrado il sentimento di
gelosia che non si placa, devo dire che rileggere questo romando si sta
rivelando, almeno per ora, una scelta vincente. Sto assaporando con più
attenzione ogni dettaglio: i dialoghi, le descrizioni, le caratteristiche di
ogni personaggio, l’odore di ogni luogo.
Certo, se avessi avuto
nuovi libri da leggere probabilmente avrei scelto quelli, ma, non avendoli,
credo di poter affermare di aver rimediato egregiamente.
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