domenica 26 agosto 2018

La lettura come rifugio.

Oggi giornata difficile, ho combattuto con febbre ed influenza. Di solito preferisco mettermi al caldo e lasciare che la febbre si sfoghi, senza prendere farmaci (nel limite del possibile). Per cercare di accelerare la guarigione ho limitato al minimo gli sforzi, soprattutto per quanto riguarda gli occhi, facendo eccezione soltanto per leggere qualche pagina e per scrivere questo post.

La lettura, in fondo, è sempre stata un rifugio per me. Ho iniziato quando ero molto piccolo, durante i freddi autunni. A fine giornata mi sdraiavo sul divano e leggevo sgranocchiando una mela, rigorosamente verde e più acerba possibile.
Era l'unico momento della giornata in cui smettevo di pensare all'altra grande passione della mia infanzia: il calcio.
Mi piaceva fare finta che la casa fosse un fortino inespugnabile in grado di difendermi dai pericoli del mondo fuori, dove buio e freddo facevano da padroni.

Poi, crescendo, le responsabilità aumentano e le sfide diventano più complicate (o forse siamo noi a vederle tali). Così, quando non erano più buio e freddo a minacciare la mia serenità, la lettura ha continuato a ricoprire il suo ruolo di rifugio.

Durante l'adolescenza sono passato al fantasy: Il ciclo dell'eredità, Artemis Fowl, Harry Potter e tanto altro. Era sufficiente tuffarmi in quei mondi così lontani dal mio per dimenticare i problemi ed i dubbi.

Ora, fortunatamente, ho ampliato i miei orizzonti letterari, e ho letto più o meno ogni genere. Nonostante questo, non smetterò mai di combattere una battaglia di argomentazioni contro chi sostiene che il fantasy sia un genere per ragazzini, e, cosa più importante, continuo a considerare la lettura un rifugio sicuro all'interno di una vita sempre più movimentata.

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